Nell'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Blerim Dzemaili conclude parlano delle sue origini, del campionato americano e soprattutto del Bologna: "Sono nato in Macedonia, le origini non si perdono, ma da anni sono svizzero al cento per cento. Amo questo Paese educato e per bene. Com'è l'Italia? L’Italia è diversa, mi ha accolto come un bambino. E’ la mia seconda casa. Com'è il calcio americano? La Mls sta crescendo e ha tutto: soldi, impianti, mentalità manageriale. Ma non ci sono retrocessioni, quindi mancano passione e competitività. Un calcio più divertente, ma anche molto fisico e con poca preparazione tattica. Il livello del Montreal? Qualcosa di poco definibile, un misto di A e B. Il Saputo Stadium? Bello, compatto, funzionale. Più confortevole del Dall'Ara? Paragone improponibile: il Dall’Ara è un monumento. Restare in Canada ostacolo per il Mondiale? Non era un ostacolo, non ho chiesto di tornare per quel motivo. Il c.t. Petkovic mi ha detto che l’importante era giocare. Come gioco in nazionale? Più avanti, al centro tra i trequartisti nel 4-2-3-1. L'Italia fuori? Vi capisco, noi siamo stati massacrati dopo il k.o. col Portogallo... Ma è bello ripartire. Il Bologna? L'ho ritrovato più forte e può migliorare. Se penso di tornare in Canada? No basta. Ho firmato fino al 2020 con il Bologna". 

Sezione: Rassegna stampa / Data: Ven 23 febbraio 2018 alle 11:42 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: BN Redazione
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