Sempre a Repubblica, Regno ha parlato dell'esperienza al Bologna, sempre come vice di Ballardini, che si concluse con la retrocessione del 2014: "Ci sono le annate storte nel calcio, le retrocessioni poi sono sempre delle ferite enormi, figuratevi per me. Sono nato a Fabriano ma sono bolognese da 55 anni, ho allenato 10 anni nel vivaio rossoblù, vivo a dieci minuti dallo stadio, andavo a casa a piedi dopo la partita, retrocedere a casa mia è la più gran delusione della mia vita sportiva». La cessione di Diamanti? Pesò tantissimo. Era un giocatore chiave, faceva gruppo, dava tutto, calciava i corner, le punizioni, sapeva sempre rendersi utile. Avremmo potuto salvarci lo stesso, nonostante le difficoltà societarie. Ci girò male a Verona quando Bianchi sbagliò il rigore, facendoselo parare da Rafael. Finì 0-0, avessimo preso due punti in più probabilmente ce l’avremmo fatta. Ripeto, è una ferita che brucia ancora, se non altro il Bologna riuscì a risalire l’anno dopo, al primo colpo e questo mi fece molto piacere. Ballardini? Ci sono piazze dove lo adorano, qui a Genova, ma anche a Palermo, non è mica un caso se poi lo richiamano quasi sempre. Laxalt? A Bologna era decisamente più giovane. Oggi ha 25 anni ed è un giocatore di grande consapevolezza. Poi è cambiato anche il ruolo. A Bologna giocavamo a quattro dietro, ora al Genoa difendiamo a tre e lui fa l’esterno di centrocampo. E quella è la sua posizione". 

Sezione: Rassegna stampa / Data: Sab 24 febbraio 2018 alle 10:21
Autore: BN Redazione
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