Oggi su Stadio intervista esclusiva ad Eraldo Pecci che racconta: "Bologna per me era il massimo, la città non andava mai a letto, entravi in un’osteria e trovavi il cantante o le ragazze. Non c’era pressione. Se vincevi bene, se pareggiavi era lo stesso e se perdevi nessuno ti rompeva le scatole. Bologna è una città che ti coccola. Firenze ti stimola. Bologna è la città degli universitari, sai che ti stai preparando per la vita. A Firenze, invece, devi avere già la laurea. Firenze è Dante, Bologna, a quell’epoca, era ancora il dottor Balanzone. Se dico che oggi è tutto diverso, dico una banalità, ma è così. In quegli anni la gente era felice, quanto meno aveva un lavoro sicuro. Fiorentina e Bologna hanno dimensioni differenti se si ripensa alla loro storia, o almeno a quella che io ho vissuto. Il Bologna è condizionato dal fatto che questo campionato non conta niente perché non ha obiettivi, se non la salvezza. E se tiri fuori un giovane come Diawara, poi lo devi vendere perché i giovani vogliono vincere subito. Per la Fiorentina è difficile lottare contro le squadre più ambiziose, può puntare solo ai premi di consolazione e non è il massimo in una piazza come Firenze".

Sezione: Rassegna stampa / Data: Lun 27 marzo 2017 alle 12:42 / Fonte: Stadio
Autore: BN Redazione
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